Dettagli Recensione

Voto medio 
 
5.0
Cucina 
 
5.0
Servizio 
 
5.0
Ambiente 
 
5.0
Qualità/prezzo 
 
5.0

La vittoria!

"Il giovane Alessandro conquistò l'india,/Da solo?//Cesare sconfisse i Galli./Non aveva con sé nemmeno un cuoco? [...]// Una vittoria ogni pagina,/Chi cucinò la cena della vittoria?"
(BERTOLT BRECHT, Domande di un lettore operaio (1939).

Il giovane operaio che faceva domande ha finalmente trovato la risposta: gli é che il cuoco é proprio Alessandro!!!! Oggi si direbbe "chef", ma sono convinto che il nostro Alessandro della "Tavola Rotonda" preferisca essere questo: cuoco! Eccolo lì: il nostro Alessandro generale lo é per davvero, e di brigata per essere più precisi! Con i suoi magnifici quattro aiutanti, anche stasera, ci ha permesso di godere, letteralmente sciorinandole - nel senso treccaniano di "fare sfoggio" -, le portate di un menù incredibile! Avreste mai pensato a un burro di crostacei come base del risotto... ? Oppure a un rosso Ca' del Bosco stabilito come principio di una salsa a sua volta arricchita di cacao 70% e destinata ad avvolgere il cervo? Per non dire del resto. No, vero? Ebbene sí, così é stato: "una vittoria ogni pagina", per Alessandro! Tuttavia, stasera il vittorioso - é proprio questo l'aspetto eccezionale della loro sinergia di intenti e conquiste - é stato Daniele! L'autunnale degustazione dei "suoi", proprio "di lui", vini, perché da lui scelti con la consueta commovente dedicazione, lo ha laureato qual é: l' "architriclinio" del banchetto! Ogni passo della serata (questa volta dedicata a Ca' del Bosco) ha detto di una predilezione: quella di Daniele per i suoi commensali! Se Ca' del Bosco non produce vino dolce per il dessert, Daniele ci sorprende con un avvolgente "Brie du Meaux", da Alessandro illuminato nella luce del miele al tartufo che ne fa un'inattesa digressione dove la sinfonia dell'intero convivio possa risolversi in una armonica solennità celebrata dall'Extra Brut 2018. Eccolo lì, dunque, il Daniele, con il suo sorriso piacentino ad attizzare in ciascuno quell'intrigante complicità che permette il farsi un tutt'uno tra la "Vintage Collection" proposta (e generosamente ripetuta!) nei suoi vari steps, e te che, da seduto, non puoi se non lievitare con la verticalità classica del Corte del Lupo Bianco 2022. E tutto ciò affinché nel calice tu possa ritrovare la feracità di una terra "franciacorta", aggettivo prim'ancora che nome, perché "franca", dunque libera, tanto da concedersi nell'avvolgente giallo aureo e sedoso del Satén dal pregiato perlage, da dove l'incantevole e antica storia di laborioso amore tra una terra e il suo popolo. Per non dire nulla dell'irrompente e strutturato rosso che, con giusta ragione, traduce il nome del Fondatore della Casa del Bosco, dunque Maurizio Zanella! Qui il rosso bordolese trasporta la sua tannica musicalità, insieme soave e intensa, in una improvvisa sarabanda di profumi e aromi. Certo, una traversata enologica impossibile senza Daniele, il nocchiero! Credetemi, una serata, anche questa, realmente "numero primo", come "primo" é sempre il racconto quando, ancor più che narrato, é piuttosto fatto accadere sul palcoscenico di un teatro le cui assi stasera sono stare quella lunga e rustica tavolata, sotto le volte antiche del castello landiano dove alloca il suo tesoro più recondito: il celliere. É proprio lì, dove, grazie alla magistrale regia di Daniele e ai commossi fornelli di Alessandro, ognuno si ritrova attore protagonista di una vera storia di amicizia. Carlo stasera é apparso, solo fugacemente, certo, ma é apparso! Tanto é bastato per dirti che sei atteso, prossimamente, in novembre, quando l'autunno sarà autunno e il Castello verrà tutto avvolto nella quiete di un atavico antico consegnato al tepore della terra che lo proteggerà dall'inverno. E allora ci sarà lui, Carlo - o Parsifal? - nobile, gentile e maître, semplicemente elegante, dedicato ad accoglierti alla Tavola Rotonda.

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