Ristorante La Madia di Licata

 
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Da ripetere

Capitati quasi per caso. Ore 13:30, dopo una mattinata di viaggio per arrivare a Licata e lavoro a bordo. Affamati. Ne avevamo sentito parlare, volevamo provare.
Lo chef Pino Cuttaia cordialissimo, la location minimal e "severa"
Abbiamo deciso di farci guidare da lui. Unica ns. richiesta: un vino rosso corposo che si possa abbinare bene con il menu nonostante fosse a base di pesce. 
Primo piatto: la pizzaiola di merluzzo, già una sorpresa per il sapore delicato. Seguono una (deliziosa) nuvola di mozzarella (il nome è veramente giustificato dalla consistenza), tonno scottato che mia moglie ha apprezzato come mai un quasi crudo (che non mangia) , uovo di seppia dal sapore dolcissimo, pastina ai crostacei e spigola arrostita. Ogni piatto una scoperta. Sapori delicati ma ben definiti, successione di piatti ben studiata. Persino la carbonella di gusci di mandorle, oltre ad essere un elemento scenografico, davvero aggiunge un'aspetto olfattivo che rende l'esperienza gustativa più intensa e completa. 
 
Devo ammettere che nella nostra zona abbiamo due ristoranti dove si mangia molto bene, ma sempre nell'ambito classico: ottimo pesce, crudo o cotto, piatti di pasta saporiti, il tutto con 60 / 80 euro a testa vino a parte. Tuttavia, l'esperienza che Pino ci ha offerto era ben oltre le nostre aspettative. Porzioni contenute? Ovvio! non si potrebbe mai seguire un percorso da 6 portate ( + dolce) se le porzioni fossero importanti.  
Per noi Pino Cuttaia ha aperto una finestra ad una dimensione nuova dell'universo culinario, con piatti che usano materie prime tradizionali, ma reinterpretando e inventando ricette fresche, moderne e almeno da noi, pienamente apprezzate.   
Non voglio entrare nel merito dell'aspetto economico. Quando ho chiamato per prenotare, Pino, in maniera molto elegante, ci ha invitato a consultare il menu online. Non l'abbiamo fatto, non era importante. Volevamo fare un'esperienza, quindi poco importava. A fine pranzo, il conto: pienamente giustificato, a mio avviso, dalla qualità, la cura nell'esecuzione, il lavoro nascosto alla base di tutto, l'ottimo vino. Le cose buone hanno un costo. L'esperienza di un pranzo o una cena da Pino ha invece un valore molto superiore.

Sicuramente cercheremo la scusa per visitare di nuovo La Madia!

Piatto più apprezzato
Tonno scottato.
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Insufficiente

Mangiato male e/o insipido; voto rapporto qualità/prezzo decisamente insufficiente! Pagato troppo caro per il menù da € 115,00 a testa che abbiamo scelto. Decisamente sconsigliato!! Sono d'accordo anch'io che lo chef dovrebbe stare in cucina (cosa che durante l'intera serata non ha mai fatto) e non passare a tutti i tavoli per i complimenti.
P.S.: alle nostre critiche si è offeso e non ha più degnato di uno sguardo il nostro tavolo - altro che imparare dalle critiche!

Piatto più apprezzato
Mozzarella su panzanella.
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meglio una cena nella mia trattoria preferita

Una cena di questa, sarebbe uno sfizio, per tutta quella gente curiosa di valutazioni e recensioni da grandi ed autorevoli guide.. Non metto in dubbio che le porzioni siano minuscole.. se lamentate tutto ciò, meglio andare in trattoria che in media costa 25 - 30 euro a persona e non ti fanno rimpiangere le 2 stelle michelin; anzi, ve ne andrete sorridenti con la pancia piena e con il sorriso del vinello scadente, che non guasta sicuramente il palato ;)

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4.3
Cucina 
 
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4.0

la gente dovrebbe viaggiare di più...

Da sempre sono convinto che le opinioni di tutti vadano rispettate, anche in cucina dove per il sottoscritto è facile diventare estremista... Ma con tutto lo sforzo che faccio, non riesco proprio a digerire le opinioni di gente che interviene su queste pagine e, probabilmente, non soltanto non ha altri termini di paragone, ma non sa neanche di che sta parlando. Mi si gela il sangue a leggere di gente che in sgrammaticate recensioni scritte tutte in maiuscolo dice: "PORZIONI PICCOLISSIME... LO CHEF CHE PASSAVA DA TUTTI MENTRE SI CENAVA.. VOLEVA I COMPLIMENTI.." o quell'altro che scrive:" secondo me scompare la vera cucina Siciliana fatta di pasta cunzata ccu niuru da siccia oppure la zuppa di pesce o il pesce grigliato o le fritture da paranza".
Queste persone dovrebbero inizare ad affinare il palato iniziando con la ricerca di una buona pizzaria tradizionale, passare poi ad una trattoria tipica dove potere pasteggiare con il vino della casa per poi passare, dopo 10 o 12 anni trascorsi a girare la Francia e l'Italia, a degustare i piatti di Maestri come Pino Cuttaia, che è semplicemete un Genio. Tutti gli onori a Cuttaia, stella della cucina siciliana. Unica pecca? La sala, potrebbe essere un po' meno a tinte pastello e con un po' più di personalità, ma questi, a differenza dei gusti in cucina, sono assolutente soggettivi... Chissà chi delle recensioni precedenti si è accorto che la tavola è apparecchiate con l'argenteria; forse sono tutti abituati a cenare così...

Piatto più apprezzato
La finta mozzarella è divertentissima.
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Sinestesia...

Esaltazione dei sapori in grande armonia, illustrazione dei piatti esaustiva senza nessuna indulgenza alla pomposità, presentazione sobria ma elegante e di impatto, rispetto e valorizzazione della cultura del territorio. In una parola: sinestesia.
Prezzi più che adeguati.

Piatto più apprezzato
Nuvola di mozzarella su panzanella.
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5.0

cucina d'eccellenza ad un prezzo ridicolo

Un'esperienza mistica. i piatti della tradizione vengono proposti in un modo raffinatissimo. i sapori, seppur delicati, sono spiazzanti.

Piatto più apprezzato
Uovo di seppia, con nero di seppia e ricotta al limone.
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1.0

MAI PIU IN QUESTO RISTORANTE

SALVE..IO E IL MIO RAGAZZO ABBIAMO CENATO IN QUESTO RISTORANTE QUALCHE SERA FA.. 200 EURO PER UNA CENA DA DIMENTICARE. PORZIONI PICCOLISSIME, CHE AVEVANO UN BELL'ASPETTO MA CHE NON AVEVANO UN GRAN SAPORE. LO CHEF CHE PASSAVA DA TUTTI MENTRE SI CENAVA.. VOLEVA I COMPLIMENTI... E PER FINIRE NON CI HA FATTO NEANCHE LA RICEVUTA FISCALE...
PERSONALMENTE, IN BASE ALLA MIA ESPERIENZA, NON MI SENTO AFFATTO DI CONSIGLIARLO.

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delusione

Finalmente siamo andati al ristorante La Madia, pubblicizzato dai vari Gambero Rosso e Michelin...
Alla Madia di Pino Cuttaia secondo me scompare la vera cucina Siciliana fatta di pasta cunzata ccu niuru da siccia oppure la zuppa di pesce o il pesce grigliato o le fritture da paranza... No, alla Madia si servon piatti di tipologia cosidetta "creativa"... piatti decorati ma di sostanza poca... e quello che ti portano ha sempre lo stesso sapore troppo curato e stucchevole... Ho desiderato per tutto il tempo un bel risotto scogliera oppure linguine con la cernia... ma nulla di tutto ciò.... E poi dulcis in fundo il conto........

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E' una esperienza emozionante

Pino Cuttaia è un talento ed è un peccato che ci siano persone che non siano in grado di apprezzare i profumi di quel mare di Licata mentre mangiano il battuto di gamberoni che si scioglie sul palato come un'ostia, o che non colgano la storia e lo studio che sono dietro ad un arancino ripieno di triglia. Ricerca della materia prima, radicamento alla propria terra, dedizione e passione animano lo spirito di questo ristorante, e una chiacchierata a fine pasto con lo chef te ne dà la conferma. Chi tutto questo non l'ha colto e non lo coglierà, mi dispiace ma probabilmente si merita un trancio di pizza nel bar di fronte.

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Grande delusione

Sotto consiglio di alcune persone sono "finalmente" andata a provare la cucina di Pino Cuttaia, devo ammettere che le mie aspettative erano alte e purtroppo sono state totalmente tradite, parlerò solo della cucina (il servizio probabilmente a causa di qualche assenza è stato pessimo, 20 minuti di attesa prima di ricevere l'attenzione al tavolo, vino rosso caldissimo servito dopo un'altra lunga attesa etc..).. quindi la cucina, abbiamo provato entrambi i menù, quello della tradizione e quello creativo, piatti che mi vengono in mente:
il battuto di gamberi con olio al mandarino (che non si sentiva) era "spalmato "sul piatto e tirarlo su era difficile, gusto anonimo,
tagliolini al pesce con acqua di mare, insulsi, i pezzettini di aragosta gommosi
il raviolo rovesciato con la crema di piselli, aveva solo il gusto dei piselli
gli spaghetti al pesto trapanese senza carattere (se uno poi pensa che una porzione costa 22 euro, le care vecchie 43 mila lire circa... per un po' di pasta condita con pomodoro mandorle e basilico viene male)
il secondo "creativo" era un gambero e un pezzetto di seppiolina su di una griglia, con a lato un altro piatto con un po' di olio e cenere ed un pezzo immangiabile di pesce crudo (non sushi), la cosa assurda è delegare la cottura di un piatto al commensale, quando è arrivato la parte sotto del gambero era bruciata, la parte sopra cruda, un sasso la seppiolina
del filetto dell'altro menù non mi è stata detta la provenienza, erano semplicemente tre pezzetti di filetto al sangue con il solito olio alla cenere
le decorazioni a base di verdura essiccata non erano buone da mangiare e neppure l'ananas che guarniva il sorbetto fatto con i gelsi (sapeva di pesce)
non ho preso il dolce perchè non ho trovato nulla di interessante (considerando che era compreso nel prezzo del menù), il mio compagno ha scelto invece il savarin con gelato allo yogurth, assolutamente nullo, questa pasta la si trova più buona in qulsiasi pasticceria siciliana,
Lo Chef non ha amato particolarmente il nostro tavolo, andava soprattutto dove riceveva palesi compiacimenti, conto totale per i due menù, escluso il vino, 200 euro.
Pane fatto in casa ma con troppo lievito di birra.

Piatto più apprezzato
parmigiana di melanzane destrutturata
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